OBIETTIVO:
apprendere il significato di alcuni termini importanti in epidemiologia e nella pratica veterinaria, soprattutto nel settore delle malattie infettive
É già stato accennato a uno dei compiti basilari della epidemiologia, e cioè quello di identificare i fattori che influenzano la comparsa e l'andamento nella popolazione. Si è detto anche che la raccolta e la conoscenza di queste informazioni può essere utile, soprattutto nel caso delle malattie infettive, per l'impostazione di azioni di profilassi, di prevenzione, di controllo, e di eradicazione. Questi quattro termini non sono sinonimi, ma ciascuno di essi assume un suo significato, che viene brevemente illustrato qui di seguito.
È il complesso delle misure utili a prevenire la comparsa e la diffusione delle malattie, soprattutto trasmissibili. Essa può essere applicata al singolo individuo oppure su intere popolazioni e comprende misure di tipo "medico" (es. vaccini o farmaci) o "sanitario" (es. quarantena, disinfezione). L'azione di profilassi può essere applicata anche a condizioni diverse dalle malattie trasmissibili. Ad esempio, una buona razione alimentare costituisce una forma di profilassi nei confronti di malattie metaboliche, nutrizionali o da carenza.
Il termine «quarantena» deriva dai 40 giorni di isolamento delle navi prima dell'accesso al porto, richiesti come misura contro la peste nera nel XIV secolo.
Per tutti i cani e altri animali in ingresso nel Regno Unito era richiesto un periodo di sei mesi di quarantena; tale provvedimento era giustificato dal rischio di importazione della rabbia. Questa norma è stata abolita alcuni anni or sono, e sostituita dal sistema del Pet Passport: gli animali possono evitare la quarantena se esiste la documentazione che essi sono appropriatamente vaccinati.
I primi astronauti di ritorno dalla Luna furono messi in quarantena al momento del loro ritorno in un laboratorio appositamente costruito.
Per prevenzione si intende l'insieme di misure di profilassi (non solo mediche ma anche di tipo sociale o economico) rivolte a evitare l'insorgenza di una malattia in una popolazione esente da quella malattia. Secondo alcuni, il concetto di prevenzione può essere ampliato fino a comprendere le misure che limitano la progressione e la gravità della malattia, adottate allo scopo finale di eliminarla.
In questa ottica, il principale ente sanitario internazionale, cioè la "Organizzazione Mondiale della Sanità" (World Health Organization, WHO), ha definito 3 livelli di prevenzione della malattia dell'uomo:
· La prevenzione primaria si attua rimuovendo i determinanti (fattori di rischio) delle malattie. Ad esempio, la vaccinazione, l'utilizzo di acqua di bevanda di buona qualità ecc. Nell'uomo, l'impiego delle cinture di sicurezza in automobile, l'uso di cuffie in ambienti di lavoro a elevato livello sonoro, l'utilizzo di test per individuare i donatori di sangue positivi per HIV o epatite B sono tutti esempi di prevenzione primaria.
· La prevenzione secondaria ha lo scopo di identificare l'ammalato precocemente, cioè quando la malattia (o la sua progressione) può essere arrestata. Esempi di prevenzione secondaria nell'uomo: pap-test, mammografia per l'individuazione di tumori mammari, ricerca del sangue occulto nelle feci per l'individuazione del carcinoma colon-rettale.
· La prevenzione terziaria sconfina spesso nella terapia: ad esempio, una appropriata dieta per un diabetico.
La trasposizione di queste 3 definizioni al settore veterinario può essere difficoltosa e non è universalmente accettata, soprattutto riguardo alla prevenzione terziaria.
Il controllo di una malattia si attua riducendo la sua frequenza nella popolazione fino ad un livello tale da rendere la malattia non classificabile fra i problemi sanitari o economici importanti.
Il controllo della malattia è compatibile con l'esistenza di un limitato numero di casi o focolai. Il livello di frequenza della malattia accettabile al fine di dichiarare quella malattia «sotto controllo» varia in rapporto alle caratteristiche della malattia stessa. Per esempio, tale livello è basso nel caso dell'afta epizootica, più alto nel caso della tubercolosi bovina. Contrariamente all'eradicazione, il controllo non implica l'eliminazione della malattia e del relativo agente causale. Ad esempio, in Italia nel 1997 la tubercolosi bovina era sotto controllo, ma non eradicata.
L'eradicazione di una malattia comporta l'eliminazione della malattia in seguito alla eliminazione del relativo agente da una regione, nazione o continente. L'eradicazione deve essere differenziata dalla semplice «eliminazione» di una malattia: quest'ultima, infatti, corrisponde alla scomparsa di tutti i casi clinici in una popolazione, il che non implica necessariamente la scomparsa dell'agente eziologico.
ESEMPIO 1. In Norvegia è stato attivato un piano di eradicazione di una malattia da virus del bovino: la «diarrea virale/malattia delle mucose». Il piano prevede l'identificazione degli allevamenti infetti attraverso lo screening degli allevamenti di bovini da latte. In una prima fase viene ricercata la presenza di anticorpi nel latte di massa; in caso di positività viene esaminato il latte delle primipare e quindi il siero di sangue. Agli allevamenti positivi viene impedita la vendita di animali e l'utilizzo di pascoli in comune con animali di altri allevamenti.
ESEMPIO 2. Nel corso del XX secolo sono state effettuate, a livello mondiale, numerose campagne per eradicare la peste bovina (rinderpest), una malattia che colpisce anche altri ruminanti e che è sostenuta da un virus della Famiglia Paramyxoviridae, simile a quello del morbillo dell'uomo. Le campagne erano basate soprattutto sull'uso di vaccini contenenti virus vivo e attenuato nella sua virulenza, in modo da provocare nell'ospite un'infezione asintomatica, seguita dall'instaurarsi di una solida immunità .L'ultima campagna è stata condotta sotto l'egida della FAO (Food and Agriculture Organization). Il 14 Ottobre 2010, dopo nove anni di assenza di segnalazioni di casi della malattia a livello mondiale, la FAO dichiarato «eradicata» la peste bovina. Questo è il primo, e per il momento unico, caso di eradicazione di una malattia del bestiame su scala mondiale.
NELLA PROSSIMA UNITÀ:
si presenta un inquadramento di due metodi di studio fondamentali: l'epidemiologia descrittiva e l'epidemiologia analitica.