OBIETTIVO:
definire il concetto di "malattia trasmissibile" e mostrare come esistano malattie trasmissibili non contagiose
Per "malattia trasmissibile" si intende una malattia il cui agente causale può essere trasferito da un individuo a un altro.
Le malattie trasmissibili possono essere suddivise in infettive o non infettive. Ciascuna di queste due categorie comprende malattie contagiose o non contagiose:
Alcune malattie trasmissibili infettive non contagiose richiedono l'intervento di un vettore (questo punto di vista non è condiviso da tutti). Il vettore serve a propagare l'agente da un individuo all'altro.
ESEMPIO. La anemia infettiva del cavallo è una malattia che si trasmette agli animali recettivi quasi esclusivamente attraverso l'intervento di insetti ematofagi (tafani, zanzare ecc.) che si comportano esclusivamente come vettori meccanici. Altre vie di trasmissione, non naturali e molto meno comuni, sono rappresentate da aghi di siringhe o altri strumenti contaminati da sangue proveniente da un animale infetto.
Esistono però anche malattie trasmissibili infettive non contagiose che non necessitano dell'intervento di un vettore, quali quelle sostenute da clostridi (es. tetano, botulismo, carbonchio ecc.).
ESEMPIO. Il tetano si contrae attraverso contaminazione di ferite o soluzioni di continuo di cute o mucose da parte di terriccio o altro materiale contenente le spore. Le spore tetaniche sono molto diffuse in natura e si riscontrano con frequenza nel terreno, nei foraggi, nel letame ecc. L'animale ammalato di tetano non è contagiante, nel senso che la trasmissione a un animale sano non si verifica.
Le malattie trasmissibili non infettive e contagiose sono tipicamente quelle sostenute da parassiti.
Infine, è da ricordare che le malattie trasmissibili non infettive e non contagiose comprendono alcune malattie genetiche (tipiche, nell'uomo, il daltonismo e l'emofilia) che si trasmettono per via verticale.
Le malattie trasmissibili e il concetto di " ZOONOSI"
Da tempo immemorabile è noto che esistono malattie che possono trasmettersi dagli animali all'uomo; queste malattie vengono dette "zoonosi". Nel 1959 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato la seguente definizione:
"zoonosi = malattie e infezioni naturalmente trasmesse tra animali vertebrati e l'uomo"
In questo contesto sono state considerate da alcuni soltanto le malattie trasmissibili, mentre altri vi hanno incluso anche le morsicature di serpente e le allergie dell'uomo causate da animali. È stata anche sottolineata l'opportunità di includere infezioni opportunistiche 'non-naturali', come ad esempio quelle che possono verificarsi in pazienti immunodepressi.
L'interesse per le zoonosi ha portato a un ampliamento delle conoscenze e ha spinto ad approfondire anche alcuni aspetti socio-economici. In questa ottica, Mantovani ha recentemente proposto un allargamento della definizione di zoonosi:
"zoonosi = danno alla salute e/o qualità della vita umana causato da relazione con (altri) animali vertebrati, o invertebrati commestibili o tossici"
Se si accetta questa definizione allargata, in aggiunta alle classiche malattie trasmissibili, vengono considerate zoonosi anche: le malattie allergiche da contatto con animali o da ingestione di alimenti di origine animale; le malattie da sostanze chimiche (es. antibiotici) presenti negli alimenti di origine animale; i traumi (calci, morsicature ecc.); le malattie derivanti da morsi di serpente o da punture di artropodi; le malattie da inquinamento animale (sporcizia, rumore, sovraffollamento) e da sostanze chimiche usate per gli animali.
NELLA PROSSIMA UNITÀ:
si presentano le diverse possibili fasi in cui evolve temporalmente una malattia trasmissibile.