Da: J.G. Ballard, "Foresta di cristallo". Feltrinelli, 2005. Titolo originale: The crystal world (1964)
[..] non si riusciva a trovare nessuno che volesse dividere la cabina con il vicedirettore del lebbrosario di Fort Isabelle. A questo punto si era fatto avanti Ventress. Dopo aver bussato alla porta del dottor Sanders, con la valigia in mano, gli aveva rivolto un breve cenno del capo e gli aveva chiesto, con tutta semplicità: «È contagiosa?»
Dopo una pausa durante la quale poté esaminare quell'ometto vestito di bianco con la faccia smunta incorniciata dalla barba (qualcosa in lui ricordava a Sanders che nel mondo c’erano anche quelli che, per propri motivi, desideravano "contrarre" la malattia), il dottor Sanders rispose: «La malattia è contagiosa, sì. Ma sono necessari anni di esposizione e di contatto perché essa si trasmetta. Il periodo di incubazione può richiedere venti o trent’anni».
«Come la morte. Bene.» Con un sorriso luminoso, Ventress entrò nella cabina, tese la mano ossuta, afferrò con decisione quella di Sanders e gliela scrollò in una forte stretta. «Quello di cui i nostri timorosi compagni di viaggio non sembrano rendersi conto, dottore, è che fuori della vostra colonia c’è semplicemente una colonia più grande.»