OBIETTIVO:
rafforzare il concetto secondo cui «associazione non è sinonimo di causalità» e apprendere l'esistenza dei «criteri di causalità»
Nelle Unità precedenti abbiamo preso in considerazione alcuni test statistici da utilizzare per verificare l'esistenza di una associazione. Tuttavia, nessun test statistico può dimostrare, di per sé, la prova della causalità di una associazione, ossia la prova dell'esistenza di una relazione causa-effetto fra il fattore studiato e la malattia. Il test statistico è soltanto uno strumento per superare il primo passaggio, ossia quello della dimostrazione dell'esistenza una associazione. Il passaggio successivo consiste nel verificare la causalità della associazione.
Il flusso logico è il seguente:
In sostanza, al fine di dimostrare l'esistenza di una relazione causa-effetto tra due fenomeni, occorre
NELLA PROSSIMA UNITÀ:
vengono finalmente presentati i Criteri di causalità, sostanzialmente basati sul pensiero di John Stuart Mill e proposti dallo statistico Hill nel 1964. Schematizzando al massimo, i criteri possono essere visti come il controllo finale (una sorta di «check list»!) da verificare prima di affermare che un determinato fattore è causa di una malattia.