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La vita.
Nato a Londra nel 1806, primogenito di James Mill, venne educato dal padre in condizione di stretto isolamento dai suoi coetanei. Fin dall'infanzia venne sottoposto dal padre a una rigida disciplina intellettuale; in conseguenza di ciò, lo stesso J.S. Mill. ritenne di aver acquisito un vantaggio di un quarto di secolo sui suoi contemporanei. I metodi del padre di John sembravano disegnati allo scopo di fare del figlio una macchina pensante di prim'ordine. John divenne ben presto seguace dell'«utilitarismo», una dottrina propugnata da Bentham, che identifica il bene con l'utile, inteso come benessere durevole e non come piacere momentaneo. Lo stesso Mill diede una precisa definizione del più alto principio dell'utilitarismo:
Nel suo ventunesimo anno, Mill, già ritenuto un leader degli uomini di pensiero, venne colpito da una violenta crisi psichica, descritta nella sua Autobiografia. La crisi probabilmente era la conseguenza dello stress fisico e mentale cui il giovane era stato sottoposto per lunghi anni; egli perse ogni interesse nelle cose della vita ma, dopo molti mesi di disperazione, si accorse che la sua capacità di provare emozioni non era morta per sempre, e «le nuvole si sciolsero gradualmente».
Un altro importante fattore che segnò la vita di Mill fu la lunga amicizia con Mrs. Taylor, che collaborò alla stesura di numerosi articoli su una varietà di argomenti (di stampo sociale, filosofico, politico ed economico) e che nel 1851 divenne sua moglie. Dopo aver lavorato per 35 anni nella East India Company, fu membro del parlamento inglese dal 1865 al 1868 come radicale, ove ebbe modo di manifestare la modernità del suo pensiero; infatti, fu uno dei più accesi patrocinatori, alla House of Common, del diritto di voto per le donne, degli interessi dei lavoratori, della riforma agraria in Irlanda, dell'equità del sistema fiscale di altre riforme. John Stuart Mill si spense ad Avignone nel 1873.
Le opere.
Il saggio «Sulla libertà» (On liberty, 1859) è probabilmente la sua opera più famosa . Fra le altre opere si annoverano i «Principi di Economia Politica» (Principles of Political Economy, 1848), «Utilitarismo» (Utilitarism, 1863) e la famosa «Autobiografia» (Autobiography, 1873) terminata l'anno stesso della sua morte.
L'opera «Principi di logica induttiva e deduttiva» (System of logic) venne pubblicata per la prima volta nel 1843 e subì numerose revisioni, fino all'VIII edizione del 1872. Nel capitolo VIII del Libro Terzo, intitolato «I quattro metodi della ricerca sperimentale» vengono enunciati i 5 canoni di causalità.
Primo Canone.
Se due o più casi del fenomeno che stiamo indagando hanno solo una circostanza in comune, la sola circostanza per la quale tutti i casi concordano è la causa (o l'effetto) del fenomeno dato.
Secondo Canone.
Se un caso in cui il fenomeno che stiamo indagando accade e un caso in cui non accade hanno tutte le circostanze in comune eccettuata una e quest'una si presenta soltanto nel primo caso, quella sola circostanza in cui i due casi differiscono è l'effetto, o la causa, o una parte indispensabile della causa del fenomeno.
Terzo Canone.
Se due o più casi in cui il fenomeno accade hanno soltanto una circostanza in comune, mentre due o più casi in cui il fenomeno non accade non hanno nulla in comune eccettuata l'assenza di quella circostanza, allora quell'unica circostanza, rispetto alla quale i due insiemi di circostanze differiscono, è l'effetto, o la causa, o una parte indispensabile della causa del fenomeno.
Quarto canone.
Si sottragga da un fenomeno quella parte che, da induzioni precedenti, si sa essere l'effetto di certi antecedenti: il residuo del fenomeno sarà l'effetto degli antecedenti che restano.
Quinto Canone.
Qualunque fenomeno, che vari in un modo qualsiasi ogni volta che un altro fenomeno varia in qualche modo particolare, è una causa o un effetto di quel fenomeno, o è connesso a quel fenomeno mediante qualche fatto di causazione.
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