*

Versione Mobile | Vai alla versione Desktop
Differenze tra versione Mobile e versione Desktop

Tipi di ospite

OBIETTIVO:

- descrivere i diversi significati del termine «ospite» in base alle possibili interazioni agente-animale


In biologia Con il termine di «ospite» si designa la specie al cui interno (o sulla cui superficie) è presente un altro essere vivente, in situazione di commensalismo, parassitismo o simbiosi mutualistica. L'attributo «ospite» viene usato anche per la cellula (cellula ospite) nella quale si riproduce un parassita intracellulare (es. un virus).La specie «ospite» deve essere intesa in senso lato, e quindi e comprende anche gli artropodi, che talvolta svolgono un ruolo importante nella diffusione delle malattie. Di solito, nell'ospite avviene la moltiplicazione o lo sviluppo dell'agente.

Esiste una varietà di termini che descrivono le interazioni ospite-parassita; si tratta di termini usati da microbiologi, parassitologi, epidemiologi, infettivisti ecc. Ognuno di questi termini può assumere un significato specifico all'interno di ogni disciplina. In questa sede verrà fatto un breve cenno soltanto agli aspetti che riguardano l'epidemiologia.

Ospite definitivo

«Ospite definitivo» è un termine usato in parassitologia per indicare l'ospite in cui un parassita compie la fase di riproduzione sessuata.

ESEMPIO. Taenia pisiformis riconosce come ospite definitivo il cane, la volpe ed altri carnivori, nei quali il verme adulto si localizza a livello di intestino tenue. Ospiti intermedi sono soprattutto coniglio e lepre, animali nei quali, dopo ingestione di alimenti contaminati con feci di animali parassitati, si sviluppano larve cistiche (Cysticercus pisiformis) che si localizzano sulla sierosa peritoneale (Cisticercus pisiformis).

Ospite primario e ospite secondario

«Ospite primario» (o «ospite naturale»). Si tratta di una specie animale che mantiene un'infezione nella zona occupata dalla popolazione della specie animale stessa. Poiché un agente infettante spesso dipende dall'ospite primario per la sopravvivenza a lungo termine, l'ospite primario è spesso detto anche «ospite di mantenimento».

«Ospite secondario» è una specie addizionale (in aggiunta a quella dell'ospite primario) coinvolta nel ciclo vitale di un agente, specialmente al di fuori della zona endemica.

Talvolta questa distinzione non è molto netta, ed anche un ospite secondario può agire come ospite di mantenimento.

ESEMPIO. La pseudorabbia (o malattia di Aujeszky) è una malattia virale che riconosce come ospite primario il maiale. In questa specie compaiono i diversi quadri di malattia, oppure infezioni asintomatiche o, ancora, infezioni latenti. La stessa malattia può colpire anche molte altre specie di animali domestici o selvatici; diversamente da quanto avviene nel maiale, in questi la malattia ha esito quasi costantemente letale.

Ospite intermedio, accidentale, paratenico

«Ospite intermedio»: ospite in cui un agente va incontro ad un qualche tipo di sviluppo. Il termine viene impiegato in parassitologia, e si riferisce più spesso ad una riproduzione di tipo asessuato.

ESEMPIO. Railletina cesticillus è un cestode (verme piatto) che vive, allo stadio adulto, nell'intestino tenue del pollo, del fagiano e di altri volatili. Le proglottidi gravide, o parti di esse, emesse con le feci vengono ingerite da un ospite intermedio rappresentato da un insetto dell'ordine Coleoptera. Nell'ospite intermedio l'embrione si sviluppa, trasformandosi in larva cisticercoide. L'ospite definitivo si infesta ingerendo un ospite intermedio parassitato.

«Ospite accidentale» (o incidentale, a fondo cieco, o dead-end): è un ospite che generalmente non trasmette la malattia e nel quale, quindi, l'agente non può completare il suo ciclo biologico. La definizione di "ospite accidentale" si applica soltanto ad una combinazione ospite-agente. Lo stesso ospite può essere definitivo, intermedio, accidentale ecc. per un diverso agente.

ESEMPIO. Nella pseudorabbia (vedi sopra), l'infezione di specie diverse dal maiale è poco o nulla diffusibile (perché il virus non viene escreto da parte dell'ospite), e porta costantemente a morte gli animali colpiti. Quindi le specie diverse da quella suina sono da considerare, nell'epidemiologia della pseudorabbia, come «a fondo cieco».

«Ospite paratenico»: è un ospite attraverso il quale l'agente è trasferito meccanicamente e nel quale non compie alcuno sviluppo.
Il termine «ospite paratenico» viene utilizzato esclusivamente in elmintologia. In altre discipline si usa il termine «vettore meccanico».

ESEMPIO. Angiostrongylus cantonensis è un nematode che vive nelle arterie polmonari del ratto. Le uova deposte dalle femmine adulte passano ai capillari polmonari, dove si sviluppano e schiudono, producendo una larva (L1). Le larve L1 penetrano negli alveoli polmonari, risalgono la trachea, pervengono in faringe, vengono ingerite ed, infine, escono dall'ospite con le feci. All'esterno, le larve passano in diverse specie di molluschi terrestri (lumache) nei quali si sviluppano le forme larvale infestanti L3. Il ciclo si conclude quando il ratto ingerisce una lumaca parassitata. Tuttavia, numerosi altri animali (sia invertebrati (granchio, aragosta) che vertebrati (bovino, suino) , se ingeriscono il mollusco parassitato, possono agire come ospiti paratenici e veicolare le larve L3. Nell'uomo che si ciba di ospiti paratenici contenenti le larve L3, queste possono migrare alle meningi e provocare una meningoencefalite eosinofilica.

Ospite di amplificazione, ospite serbatoio

«Ospite di amplificazione»: con questa denominazione si indica una specie animale che, per un cambiamento temporaneo nella dinamica della popolazione accompagnato da un incremento di numero degli individui, può improvvisamente consentire un aumento della concentrazione dell'agente.

«Ospite serbatoio» o «reservoir» è quello in cui un agente normalmente vive e si moltiplica, talvolta senza provocare malattia clinicamente evidente; un ospite di questo tipo rappresenta una temibile fonte di infezione per altri animali.
Gli animali possono essere importanti reservoir di infezioni dell'uomo.

ESEMPIO. Brucella melitensis è l'agente principale della brucellosi degli ovini e dei caprini. In questi animali, il batterio causa una sintomatologia fugace, rappresentata - in sostanza - da aborto. Esso, in genere, si verifica una sola volta nella vita dell'animale; tuttavia, gli animali infetti restano per lungo tempo portatori ed escretori dell'agente. Pertanto, la pecora e la capra possono essere considerate «serbatoi» di B. melitensis. Esse rappresentano una importante fonte di infezione per l'uomo, anche in considerazione del fatto che Brucella melitensis può essere escreta con il latte.

NELLA PROSSIMA UNITÀ:
si spiega il significato da attribuire al «vettore» e si evidenziano le differenze fra vettore biologico e vettore meccanico.

Precedente Sommario Successiva


Licenza Creative Commons