da: Cormac McCarthy. Cavalli selvaggi. Einaudi, 1996 (trad. Igor Legati).
«A scuola, studiando biologia, ho imparato che negli esperimenti gli scienziati prendono un gruppo di batteri, o di topi, o di uomini, e lo sottopongono a condizioni particolari, poi confrontano i risultati ottenuti con un gruppo analogo che non ha subito condizionamenti. Quest'ultimo si chiama gruppo di controllo, ed è quello che consente agli scienziati di misurare gli effetti dell'esperimento, di valutare la portata dei cambiamenti. Ma nella storia non ci sono gruppi di controllo e nessuno può dire cosa sarebbe successo altrimenti. Noi piangiamo pensando a ciò che avrebbe potuto succedere al posto di ciò che è successo, ma questa eventualità non esiste, non è mai esistita. Dicono che chi non conosce la storia è condannato a ripeterla, ma io non credo che conoscerla serva a qualcosa. L'avidità, la follia e l'attrazione per il sangue sono una costante della storia, e questa è una cosa che persino Dio - che sa tutto quel che si può sapere - sembra incapace di modificare.»